martedì 28 ottobre 2014

Giulio Scarpati premiato a Sorrento

"PREMIO PENISOLA SORRENTINA", “LETTERATURA E TEATRO” PER GIULIO SCARPATI
NAPOLI. Giulio Scarpati (nella foto), attore a tutto tondo, domani riceverà il “Premio Penisola Sorrentina-Arturo Esposito” per la “Letteratura e teatro”. Si è scoperto scrittore con la sua opera prima, “Ti ricordi la casa rossa?- Lettera a mia madre”, edito da Mondadori. «Avevo sempre detto di no a tutte le offerte che mi venivano fatte negli anni anche da Mondadori. La cosa che ha scatenato in me il desiderio di cimentarmi è stato il dolore per la malattia di mia madre. Ho pensato che poteva essere una scommessa difficile e ho sempre detto all’editore “ci provo”. Poi alla fine ci sono riuscito. Comunque non ho mai pensato di cambiare mestiere e da attore fare lo scrittore ».

Che cosa racconta nel suo libro e che cosa è la “casa rossa”?

«È un libro autobiografico in cui racconto a mamma, che è venuta a mancare a maggio scorso, affetta dalla malattia dell’Alzheimer, la storia della nostra famiglia. Mamma era nata a Napoli. Suo padre, svizzero tedesco trasferito nella città partenopea, aveva sposato una napoletana. Aveva scoperto Punta Licosa, nel Cilento, e aveva preso un’abitazione nella quale mia madre durante l’infanzia trascorreva molti mesi. Quando mamma si sposò, prese anche lei una casa in quella località, la “Casa Rossa”, che era diventata la nostra residenza estiva. Sono tuttora profondamente legato a quei posti e ho avuto la cittadinanza onoraria di Castellabate. Nel libro sono partito dal nostro viaggio da Roma con la mitica Fiat 600 per andare in quella casa e ho ripercorso tutte le sue tappe. Ho raccontato gli aneddoti più malinconici e più divertenti, ho ricostruito il ritratto nitido di mamma prima che si ammalasse, ho percorso ogni strada possibile per farla reagire e restituirle i ricordi delle cose, delle persone, di una vita intera. Ogni volta che il mio papà, ha 90 anni, lo svoglia, vedo che rivive la compagna della sua vita con gioia e commozione. Ho voluto anche raccontare a tutti coloro che vivono lo stesso problema la nostra esperienza nella speranza di potere dare qualche loro qualche contributo».

Ha pensato di farne una sceneggiatura per un film?

«Sinceramente no. Ma se dovesse accadere dovrebbe farlo un altro perchè sono troppo coinvolto».

Lei è il “medico” più amato dagli italiani. Quando ha iniziato la sua splendida carriera di artista?

«Come sempre succede per caso e ne parlo anche nel libro. A Roma avevamo una vicina di casa, un’argentina, che chiese a mia madre se potevo fare uno spettacolo teatrale. Avevo 12 anni e fu il mio debutto sulle tavole di un palcoscenico. Mi piacque e frequentai una scuola. di recitazione. Da quel momento venni completamente contagiato dal teatro ».

Quando ha fatto il salto di qualità?

«Al Piccolo Teatro di Milano nella stagione 1985-86 con “Il trionfo dell’amore” di Marivaux, per la regia di Vitez. Un altro momento molto importante è quando feci, nel 1988-89 “Orfani” di Kessler per la regia di Coltorti. Vinsi il premio “Biglietto d’oro” a Taormina e quello per “Migliore attore emergente” che mi fu dato da Giorgio Strehler».

Quando ha iniziato a fare cinema?

«Proprio alla fine degli anni ’80. Era il periodo in cui il cinema si rivolgeva agli attori di teatro. Il momento più alto l’ho raggiunto, nel 1994, con il film “Il giudice ragazzino” per la regia di Robiulant. Vinsi il premio “L’angelo azzurro” a Berlino, l’“Efebo d’oro” come Migliore attore e il “David di Donatello” come Migliore attore protagonista».

Teatro, cinema, televisione. Dove si sente più se stesso?

«Mia madre mi diceva sempre che il mio posto naturale era il teatro. Onestamente a me piace molto alternare. Il teatro sicuramente è il luogo che ti dà una pulizia interiore. C’è il confronto con il pubblico, non ci sono “sbarramenti” ed è una palesta indispensabile per la crescita e la formazione dell’attore. Però anche il cinema e la televisione offrono possibilità meravigliose facendoti interpretare una varietà di personaggi. La cosa importante è comunque fare cose di qualità, il che non è facile perchè gli spazi si sono notevolmente ridotti».

I suoi impegni attuali?

«Sto per partire con un’avventura cinematografica in Puglia. Il film racconta una bella storia e mi piace confrontarmi con un cinema un poco più difficile. Sto preparando, poi, per la prossima stagione un progetto teatrale molto importante di cui non posso anticipare niente».

di Mimmo Sica


1 commento:

lucilla ha detto...

COMPLIMENTI DI TUTTO CUORE PER IL PREMIO!!!! TE LO MERITI, TI MERITI TUTTO L'AMORE E L'AFFETTO DI CHI TE LO DIMOSTRA ...... UN GRANDISSIMO ABBRACCIO, LUCILLA