sabato 12 marzo 2011

Intervista a Giulio Scarpati su rivista della Polizia


2 commenti:

elena ha detto...

Bell'artico! Del resto, già all'epoca dell' "Ultima pallottola" la stessa rivista dedicò un'altrettanto bella intervista a Giulio.
E' vero che "Cugino e cugino" è una "fiction" dove la storia della strana coppia ha,come dire, la "parte principale", ma è pur vero che Filippo ci fa conoscere un mondo, una "professione" che per i più - e mi ci metto io per prima.. - è sconosciuta. Certamente, la maggior parte delle carceri, purtroppo, non è quella che vediamo nella fiction, ma è altrettanto vero che "dovrebbe" essere così. Come vero è che i pregiudizi, l'idea che: "buttiamoli dentro e gettiamo la chiave", "è stato in "galera" per cui è da tenere ai margini della società, tanto..." è una opinione comunissima.
Se per molti il non essere "recuperabili" può anche essere vero, per altrettanti, la possibilità di un riscatto, scontata la pena, dovrebbe esserci. E la figura dell'educatore carcerario - che mi par di capire è molto rara nella realtà - a questo dovrebbe servire anche combattendo contro la burocrazia, la lungaggine, i pregiudizi.
"Filippo" ci mostra proprio questa realtà e, guarda caso, anche "Filippo" come lo erano stati altri personaggi questa volta "reali" - monsignor Di Liegro, Don Zeno ... - è un'idealista, ma un'idealista che crede e - qui tra un sorriso e una battuta e.. Carmelo permettendo... - si dà "anima e corpo" alla sua professione. E da Giulio era "normale" aspettarsi anche questa sfaccettatura del suo personaggio, perchè far "sorridere" con un pizzico di verità è "cosa" dei veri professionisti (mi viene in mente l'altrettanto grande Gigi Proietti, anche se nel suo "Maresciallo Rocca" la parte più "leggera" lascia lo spazio alla cruda realtà quotidiana)

cate ha detto...

La fiction,mi è davverovpiaciuto molto-e Giulio,(Filippo)ci ha fatto scoprire un po,comè la vita in carcere,e come dovrebbe essere svolto,il ruolo di educatore carcerario!bravo!spero in una seconda serie