sabato 10 dicembre 2016

Rassegna stampa e video: Giulio Scarpati nei teatri campani con 'Una giornata particolare'

Successo e consensi per la trasposizione in teatro del capolavoro di Ettore Scola



DA L'OPINIONE' DEL 7 DICEMBRE 


RECENSIONE dellospettacolo di ieri sera ad AGROPOLI
http://www.cilentoecultura.it/2016/12/10/una-giornata-particolare-recensione/

“Una giornata particolare” – Recensione.
Pubblicato il 10 dicembre 2016 da Barbara Maurano

Ieri sera, al CineTeatro “Eduardo De Filippo” di Agropoli, davanti ad un pubblico attento e partecipe, è andato in scena lo spettacolo “Una giornata particolare“, secondo appuntamento della nuova stagione teatrale, inziata lo scorso 29 Novembre.

“Una giornata particolare” è una storia intima e intensa che travolge due anime sole.

Antonietta, interpretata da una bravissima Valeria Solarino, è una donna dedita alla casa e alla famiglia, succube di un marito (Paolo Giovannucci) militante fascista, rozzo e senza valori. Un uomo che l’ha relegata al ruolo di donna delle pulizie e procreatrice di figli.  Antonietta è sola, insicura perchè “ignorante”, fragile perchè finge di far parte di un mondo che non le appartiene.

Tutta Roma è pronta ad accogliere Hitler, il condominio si svuota, la casa di Antonietta si svuota. Valeria Solarino riempe la scena con i gesti quotidiani della solitudine di Antonietta. Il merlo, con cui è solita parlare, fugge da quella gabbia e va a posarsi sul davanzale della finestra di fronte.

Grazie a una straordinaria scenografia, costruita su due piani, e un sapiente gioco di luci, conosciamo il mondo di Gabriele (Giulio Scarpati) un uomo di bell’aspetto che, prima dell’ingresso di Antonietta nella sua vita, sta per tentare il suicidio. E così mentre Roma si inchina ad Hitler e la radio trasmette “Faccetta nera”, ci affezioniamo a questo enigmatico personaggio che un minuto prima sta per farla finita con una pistola e il minuto dopo cerca di insegnare la rumba ad un’incredula Antonietta.

Un incontro casuale che vedrà i due protagonisti spogliarsi, pian piano, delle proprie maschere. Ci sono il fascismo, le regole da seguire, un’apparente normalità da vivere. E poi ci sono loro: Antonietta e Gabriele. Lei vittima del sistema e lui costretto a sentirsi in colpa per essere omosessuale, spogliato della  dignità di uomo perchè non gli piacciono le donne, licenziato dal suo lavoro di radiocronista all’Eiar perchè non rispetta i dogmi di quel regime che non accetta le debolezze.

Ma sarà proprio lo slancio di una debolezza a far sentire Gabriele ed Antonietta due persone normali, a far capire loro cosa vuol dire sentirsi liberi anche solo per pochi istanti. Un atto d’amore che, però, non basta a cancellare il fascismo e l’oppressione del regime.

L’ intensa interpretazione di Giulio Scarpati mette in risalto il profondo disagio di chi è costretto a sentirsi diverso. I repentini passaggi da uno stato di euforia ad atteggiamenti malinconici sono la risposta all’ ineguatezza della realtà. Un Gabriele diverso dal personaggio cinematografico, che l’ attore interiorizza e porta sul palcoscenico come se il teatro fosse stato il suo luogo di nascita.

Straordinaria la scelta della regista ( Nora Venturini) di calare sul palcoscenico una svastica nazista mentre  Antonietta e Gabriele vengono travolti dalla passione. Ma nulla può cambiare il destino di due anime sole. Ormai è sera, le case si ripopolano dei militanti fascisti, anche Antonietta torna fra le sue quattro mura. Gabriele invece no. Un ufficiale fascista lo aspetta per portalo al confino. La scenografia, ancora una volta, sottolinea la solitudine dei due personaggi: da un lato Gabriele che esce di scena e dall’altro Antonietta affacciata alla finestra per aggrapparsi a una speranza che, forse,  le permetterà di sopravvivere un altro po’.

L’adattamento teatrale di “Una giornata particolare” rispecchia e rende ancor più toccante la storia di Antonietta e Gabriele, sul grande schermo interpretati da Sophia Loren e Marcello Mastroianni.

Nella trasposizione teatrale, grazie alla bravura degli attori, al gioco di luci, al saggio utilizzo della scenografia e a un approccio attento alla sceneggiatura originale, il pubblico dimentica di essere a teatro e diventa partecipe della solitudine dei due personaggi come se fossero i vicini di casa da spiare dalla finestra. I filmati originali della parata, che intervallano le scene, mostrano una Roma che, nel 1938, salutava con esultanza l’arrivo di Hitler in città, rendendo ancor più vivo quel senso di impotenza che si prova di fronte all’inevitabilità degli sbagli umani.

Una lezione di vita, uno spaccato di storia, un racconto vero e semplice che solo il teatro poteva rendere unico.

Barbara Maurano

https://www.infocilento.it/2016/12/10/giulio-scarpati-ad-agropoli-contento-questa-citta-abbia-teatro-video/

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