martedì 25 marzo 2014

Un po' di recensioni su 'Oscura immensità' in scena all'Eliseo di Roma














Da Corriere dello Spettacolo
Il Quotidiano di Cultura fondato e diretto da Stefano Duranti Poccetti

[...]Uno straordinario dramma nel quale gli stereotipi del buono e del cattivo si dissolvono. Un disperato noir in cui emerge la tragicità dell’esistenza umana e si fa sempre più viva l’ardente paura dell’”oscura immensità”. Intensa e toccante l’interpretazione di Giulio Scarpati, padre e marito lacerato negli affetti, e Raffaello Beggiato, uomo privato per tutta la vita della propria libertà e colpito da una mortale malattia. I due personaggi, pur non dialogando mai sul palcoscenico, riescono a far trasparire le proprie diverse ma convergenti sfere di emotività.

Claudia Conte e Emanuele Ajello
QUI L'INTERA RECENSIONE
http://www.corrieredellospettacolo.com/2014/03/oscura-immensita-dolori-e-vendette-di.html


DAL SITO 'CULTURA & CULTURE'  http://www.culturaeculture.it/2014/03/giulio-scarpati-a-teatro-con-loscura-immensita-la-recensione/54035  INTERESSANTISSIMO 'ESAME' DEL LAVORO TEATRALE


DAL BLOG CRITICAL MINDS  http://www.criticalminds.it/?p=4628   .....La regia di Gassman lavora straordinariamente bene con luci di taglio (di Pasquale Mari) e inserti video raffinati (di Marco Schiavoni), mai didascalici e sempre di supporto, restituendo figure tormentate avvolte nell’oscurità, che ora cela e ora mostra il loro errare in un limbo incerto, vuoto,
scarpati agghiacciante. La drammaturgia, invece, lavora per lunghi monologhi, senza che vittima e carnefice possano mai incontrarsi e dialogare vis-à-vis: la scelta si rivela funzionale in questo inseguimento di anime dannate, che non trovano pace e si lasciano fagocitare dal buio straziante della scena. Un ultimo plauso va, meritato, alle scenografie di Gianluca Amodio, che intrappolano, letteralmente, Contin e Beggiato in uno spazio asfittico, senza via d’uscita per la redenzione.
Ottanta minuti di spettacolo impegnato e arricchente. Ve lo consigliamo.
Andrea Ozza



Bella recensione da "Il Secolo d'Italia" del 23 marzo 2014.




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