sabato 8 febbraio 2014

Intervista barbarica a Giulio Scarpati

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1 commento:

elena ha detto...

Bella, bellissima intervista condotta con garbo da Daria Bignardi e trattata dall'intervistatrice e da Giulio stesso con la delicatezza che l'argomento e il "personaggio", così riservato nel suo privato, richiedevano. Avendo letto il libro e conoscendo Giulio da molto tempo, mi sono trovata a sorridere con lui dei tanti episodi allegri che hanno dato veramente il ritatto di chi era mamma Flavia prima che la malattia la costringesse in quella dolorosa "gabbia" e della vita della famiglia Scarpati - Schreiber nel quotidiano di una vita come può essere stata la mia o quella di qualsiasi altro. Nei momenti nei quali Giulio passava a descrivere la sua infanzia e la storia della sua famiglia per poi ritornare nel presente senza indulgere sul dolore ma presentando quella che è, purtroppo, diventata, la vita quotidiana da 3 anni in qua, ho visto "Giulio" che non si "mostra" ma che si "svela" piano piano per la prima volta. E, facendolo, dà la possibilità a chi si trova nella sua situazione, a sentirsi meno solo - come ha sempre sottolineato lui stesso durante l'intervista - e di cercare di dare un aiuto "concreto". Mentre leggevo il libro mi sono trovata più volte a sorridere, anzi a ridere di tanti episodi della sua infanzia e di quelli di mamma Flavia o del nonno Giulio, o del papà Franco; mi sono immaginata la quotidianità di questa famiglia "a due facce", napoletana e svizzera, che hanno sempre saputo convivere e anzi "prestarsi" a vicenda quelle due personalità, che Giulio incarna perfettamente: Giulio il "buono", il saggio e Giulio "il pazzo". E quando passa a parlare della dolorosa quotidianità sconosciuta fino a solo 3 anni fa, lo fa senza lo scopo di far "piangere" o peggio "piangersi addosso" Non è il carattere di Giulio. Racconta con semplicità le difficoltà e i momenti sempre più difficili che ogni giorno deve affrontare, la sua famiglia come tante famiglie sono purtroppo costrette a fare. Grazie Giulio per aver aperto te stesso a tutti ma con leggerezza e in punta dei piedi come è il tuo "stile".