sabato 22 febbraio 2014

Articolo-intervista a Giulio Scarpati per il sito "Gli Amanti dei libri"

A tu per tu con… Giulio Scarpati
di   Sara Magnoli

Una bella intervista a Giulio dal sito  "Gli Amanti dei libri" da cui estrapoliamo qualche stralcio significativo.

“Ti ricordi la Casa Rossa ?” (Mondadori), una sorta di lettera, di dialogo con la madre, affetta dal morbo di Alzheimer, alla quale l’attore, che qui – anche quando parla di sé e del suo lavoro – è prima di tutto figlio e come tale narra, ricorda ciò che la sua memoria invece perde inesorabilmente a causa della malattia.

Un libro di coraggio e poesia. Perché ci vuole coraggio a mettere a nudo la propria storia, i propri ricordi, i propri sentimenti. E poesia, perché poetico senza essere artificioso, senza essere costruito, ma con la schiettezza e il modo diretto che è quello con cui si parla a chi si vuole bene...............

 Che cosa le piacerebbe possa nascere dall’esperienza di questo libro?


Mi sono già arrivate segnalazioni di iniziative, anche per far conoscere questa malattia. Io spero di riuscire a canalizzare tutto questo e a farne socialmente un certo uso, di trarre esperienze da questo libro per farlo diventare un’iniziativa sociale. E non mi riferisco al parlare dell’Alzheimer in stato avanzato, ma di creare qualcosa per cui gli anziani possano essere inseriti nel tessuto in cui hanno vissuto. Parlo di case di riposo inserite in luoghi vicini a dove giocano i bambini, per creare una specie di circuito tra generazioni per far rientrare le persone anziane nella comunità, così che la vecchiaia non sia negata, cosa che accade spesso, come fosse la cosa più terribile del mondo. Vorrei delle iniziative di questo genere, non solo sull’Alzheimer. Ho visto recentemente su questa malattia un cartone animato spagnolo che non è male nel far capire gli stadi che normalmente succedono. Ma al di là della conoscenza scientifica, conta poter condividere la sofferenza, non essere soli. 

Perché per questo libro ha scelto la forma di lettera?

È un dialogo. Un dialogo immaginario. Parlo con mia madre raccontando molte cose: questo è il modo più diretto per coinvolgere lei e per far entrare chi legge nella dinamica. Non volevo usare artifici letterari, ma creare quello che faccio con lei.

QUI L'INTERO ARTICOLO   http://www.gliamantideilibri.it/archives/36312

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