giovedì 30 gennaio 2014

Giulio Scarpati,il suo libro: lettera a mia madre...."Ti ricordi la casa rossa?"

Chi conosce abbastanza l'attore Scarpati e l'uomo Giulio ha sempre pensato che 'dovesse' scrivere qualcosa. Senz'altro non perché tanti dell'ambiente dello spettacolo lo fanno, piuttosto per raccontare quelle 'note' intime che, saggiamente, Giulio  (e Scarpati) non ha (hanno) mai rivelato nei vari salotti televisivi o nelle interviste.

Per la prima volta Giulio Scarpati scrive un libro.... che non affronta temi sociali e-o politici o solo personali. Ma, alla fine, lascia riflettere. Parla di sua  madre  Flavia, una donna forte e attiva  finché un male 'di moda'-aspro a dirsi..!- l'ha colpita. E lui le è vicino e osserva, ricorda, combatte anche al  posto suo.

Prima di inserire la presentazione che Mondadori ha fatto del libro, mi fa piacere spendere qualche parola per 'descrivere' questo percorso interiore, non sempre semplice da fare.... Non è un  libro autobiografico ma dice tanto di Giulio e poi dell'Artista. Un linguaggio semplice, fluido, scorrevole, anche quando si passa repentinamente da una vicenda all'altra. Tanti  gli aneddoti leggeri e allegri, bilanciati con altrettanti momenti di dolore e... inesorabilità. Attraverso  i racconti, ognuno potrà farsi un'idea di quel che Giulio è, dei suoi affetti sempre in primo piano rispetto al mestiere. Perché sono proprio i momenti vissuti con i propri cari, in fondo, a dare le spinte per procedere, per credere, per superare, per affermarsi e,.quando è necessario, anche arrendersi. Ma senza mai mollare...

DAL 28 GENNAIO IN TUTTE LE LIBRERIE E ONLINE 

Giulio Scarpati
Ti ricordi la casa rossa?

Mentre una madre perde inesorabilmente la memoria, il figlio non fa che ricordare, anzi impara a ricordare.
Il racconto della Casa Rossa è questo emozionante e poetico viaggio inversamente proporzionale, perché ora il tempo non fa più da fissativo ma da solvente: il dissolversi delle memorie della madre è il set dei ricordi del figlio.
Nell'itinerario percorso in direzioni contrarie c'è la ricerca di un appuntamento, la rinnovata speranza di incontrarsi in qualche fortunato luogo dell'anima. Come la Casa Rossa, nel Cilento, dove si trovano le radici e le memorie, assieme autentiche e mitiche, di una famiglia.
Risalendo di ricordo in ricordo, Giulio Scarpati 'riracconta' alla madre, affetta dal morbo di Alzheimer, la storia della sua famiglia: ripercorre tutte le tappe del consueto viaggio a Licosa, per anni loro meta estiva e luogo a lei particolarmente caro, fa il ritratto nitido della persona vitale che era prima di ammalarsi, percorre ogni possibile strada per farla reagire e restituirle i ricordi delle cose, dei nomi, di una vita intera. E attorno alla Casa Rossa, il cuore della memoria condivisa, ruotano gli aneddoti più malinconici e più divertenti, a partire dal periodo della guerra e dai vecchi rituali cilentani, l'esplorarsi dei corpi, la scoperta del sesso. Passando per le vicende del Giulio angelo biondo, ragazzino sempre obbediente, al quale si contrappone l'alter ego Giulio il pazzo, meno inquadrato e più artista, fino ai suoi primi lavori teatrali, il periodo di attivismo politico negli anni Settanta, l'avventura del cinema e il grande successo popolare di Un medico in famiglia.

'Ti ricordi la Casa Rossa?' è il memoir caldo e commovente di un attore intelligente che riesce a raccontare una storia in cui tutti ci riconosciamo, perché il ricordo è ciò che pensavamo di avere dimenticato.

http://www.libreriauniversitaria.it/ti-ricordi-casa-rossa-lettera/libro/9788804634089


Giulio Scarpati, io la memoria di mia madre che dimentica

(di Nicoletta Tamberlich)

(ANSA). - ''Non c'è futuro, e senza futuro il presente è solo il passato. Per questo sono qui accanto ma non mi vedi. O mi vedi e non mi riconosci. Mi fissi e mi attraversi con lo sguardo. Vedi altro. Vedi altri, di altri tempi''. Mentre una madre perde inesorabilmente la memoria, il figlio non fa che ricordare, anzi impara a ricordare. In 'Ti ricordi la Casa Rossa, lettera a mia madre' (Mondadori, 144 pagine, 16,00 euro) l'attore Giulio Scarpati torna a raccontare alla madre, affetta dal morbo di Alzheimer, la storia della sua famiglia: ripercorre tutte le tappe del consueto viaggio a Licosa, nel Cilento, per anni loro meta estiva e luogo a lei particolarmente caro, fa il ritratto nitido della persona vitale che era prima di ammalarsi, percorre ogni possibile strada per farla reagire e restituirle i ricordi delle cose, dei nomi, di una vita intera. Si tratta del primo libro di Scarpati ma a sentir lui ''sarà anche l'ultimo'', dice in una conversazione con l'ANSA -.

 ''E' stato molto doloroso - confessa - volevo mollare. Sono riuscito ad arrivare in fondo solo perché avevo l'urgenza di restituire a mia madre quella dignità del suo passato che aveva smarrito per strada, la sua personalità, i suoi ricordi, la sua memoria. All'inizio è stato difficile perché per primo non accettavo la sua malattia, non la guardavo negli occhi. Pensavo a torto che bastasse metterle le cuffie dell'iPod, farle ascoltare la musica classica o napoletana che amava tanto per riportarla indietro, mi raccontavo da solo una grande balla, continuavo a mentire. Noi uomini talvolta siamo così, ci ostiniamo a fuggire di fronte alla malattia. E' strano, perché invece mia madre non pensava in certi momenti che a scappare di casa per andare non si sa dove, una volta a Budapest con il taxi''.

  - Il libro affronta un tema importante, ma senza tralasciare l'ironia, perché ora il tempo non fa più da fissativo ma da solvente: il dissolversi delle memorie della madre è il set dei ricordi del figlio. Nell'itinerario percorso in direzioni contrarie c'è la ricerca di un appuntamento, la rinnovata speranza di incontrarsi in qualche fortunato luogo dell'anima. Risalendo di ricordo in ricordo, attorno alla Casa Rossa, il cuore della memoria condivisa, ruotano gli aneddoti più malinconici ma anche più divertenti, a partire dal periodo della guerra e dai vecchi rituali cilentani, l'esplorarsi dei corpi, la scoperta del sesso. Passando per le vicende del Giulio angelo biondo, ragazzino sempre obbediente, al quale si contrappone l'alter ego Giulio il pazzo, meno inquadrato e più artista fino ai suoi primi lavori teatrali (Il trionfo dell'amore, Prima del silenzio, Lorenzaccio, Orfani, Ifigenia, L'idiota...) , il periodo di attivismo politico negli anni Settanta, l'avventura del cinema ('Il giudice ragazzino, Pasolini, Chiedi la luna, Cuori al verde, Italiani, Mario Maria e Mario...) e il grande successo in tv. L'arrivo in casa di Nora: ''Come te era polemica e volitiva, mai una sottoposta che pagava l'omaggio al capo. Sarà per questo che dopo cinque anni di convivenza, quando le chiesi di sposarmi, tu arrivasti a domandarmi: 'Sei proprio convinto di lei?'. Non è una bella cosa da chiedere a un figlio innamorato, qualche giorno prima delle sue nozze. Certo Nora non concedeva nulla alla diplomazia, no mamma non l'ha imparata neanche adesso, ma allora eravamo due ragazzini...''. ''C'è gente che patisce la mancanza di famiglia. Io e Nora avevamo il problema opposto: ne avevamo due che vaevano per dieci''.

  Scarpati forse per la prima volta in questo libro si mette a nudo anche sul privato: di lei non si sapeva nulla o quasi?

- ''Si è vero, ma lo dovevo a mia madre. Ho imparato a ricordare da lei che dimentica, ma anche quanto è importante comunicare, non essere rigidi. Io sono stato anche un gran rompicoglioni nella vita, diciamocelo. Mi sono anche reso conto di quanto i valori dei ricordi cambino a seconda del significato che ognuno di noi attribuisce loro. Ho scritto questo libro per tutte le persone che si trovano a vivere situazioni simili, io ho ha avuto la fortuna di avere una famiglia numerosa accanto, ma c'è tanta gente che vive questi drammi in totale solitudine. Mi piacerebbe poter fare qualcosa, pensare a strutture di auto-sostegno sul modello di quelle che esistono nei paesi nordici''.


   L'attore romano è in tournée con una pièce teatrale tratta dal romanzo L'oscura immensità della morte di Massimo Carlotto, per la regia di Alessandro Gassman. Scarpati, che non sarà nella nona stagione di Un medico in famiglia, a marzo torna su Rai1 con Fuoriclasse, al fianco di Luciana Littizzetto, in cui vestirà i panni di ''un preside un fuori dal comune''.

1 commento:

elena ha detto...

Ci sono dei momenti nei quali hai la necessità di "buttare" sulla carta quello che hai dentro.. per i motivi più diversi.. Io lo faccio con i miei "pensieri in libertà" con i quali ringrazio, mi scuso, ricordo, esterno quello che ho dentro: gioia, dolore, riso, lacrime... Lo faccio per chiedere scusa, per dire grazie a chi c'è e mi sta vicino o a chi non c'è più, quello che un tempo no ho voluto o saputo dire. Li ho sempre tenuti in un cassetto o fatti vedere a pochi... Ho avuto il coraggio di renderli pubblici finalmente, perchè chi mi conosce sa come sono, chi mi vuole conoscere impari come sono; perchè il mio passato ha fatto sì che diventassi quella che sono ora in bene ed in male e perchè farà sempre parte della mia vita e sarà il mio futuro.
Tu, Giulio, hai aperto la "tua" Casa Rossa per quella persona che da piccoli è "normale" avere accanto e che, mano a mano che invecchiamo ci rendiamo conto sia la pietra miliare della nostra vita. Ma così facendo l'hai aperta anche a noi.... Grazie Giulio, per averci regalato un altro pezzo del tuo animo e la parte più "tua" della tua esistenza: i ricordi che più passa il tempo più diventano importanti... Per noi... ma soprattutto per i nostri cari.