sabato 10 novembre 2012

Dopo la 'prima' ecco un po' di rassegna stampa di "Oscura immensità"

Iniziano ad uscire articoli e recensioni sull'ultima fatica di Giulio Scarpati, tornato sui palcoscenici dei teatri italiani.

QUI la recensione DA "LA NUOVA VENEZIA" di oggi 10 novembre 2012
L’immensità del dolore emoziona e convince

Al Goldoni la pièce di Carlotto per la regia di Gassmann: tema duro e allestimento di forte impatto
di Giuseppe Barbanti
L’”Oscura immensità” , cui allude il titolo della pièce di Massimo Carlotto che si replica oggi alle 20,30 e domenica 11 alle 16,30 al Goldoni, è quella in cui sono precipitati i diversi morti che incontriamo nell’intreccio di vicende che va in scena. E’ un allestimento di forte impatto visivo ed emotivo, questo al suo debutto in prima nazionale in questi giorni al Goldoni: nel faticoso e contraddittorio affermarsi di una giustizia umana possibile si incontra una sofferenza profonda che accomuna, da diversi versanti e con opposte motivazioni, al tempo stesso chi la reclama e chi subisce le conseguenze delle decisioni dei giudici. Silvano Contin ha perso moglie e figlio trucidati nel corso di una rapina: riceve la richiesta dell’avvocato dell’unico condannato all’ergastolo per il duplice omcidio, Raffaello Beggiato, di dare il proprio assenso alla temporanea sospensione della pena per Beggiato, cui il tumore incurabile, da cui è affetto, non dà speranze di vita. Contin(Giulio Scarpati) ha cercato di rifarsi una vita , ma in cuor suo non riesce a darsi ragione di quanto gli è capitato, anche perché il nome di chi affiancava Beggiato (Claudio Casadio) nel corso della rapina è rimasto sconosciuto: la richiesta riapre la dolorosa ferita che ha sconvolto la vita di Contin. Contin e Beggiato si raccontano , il primo diviso fra casa e bottega dove non trova pace, il secondo nella cella da cui, pur malato, vaneggia di impossibili ritorni alla vita e alla libertà. La disperazione che li avvicina trova un contesto apppropriato nelle scene di Gianluca Amodio dagli spazi ampi e dalle tonalità spettrali, ravvivate da veri e propri lampi di colore, il sangue e il fuoco legati agli sviluppi della vicenda, realizzati da Marco Schiavoni con le sue videografie: pur non incontrandosi mai sotto gli occhi del pubblico , Gassamann fa a suo modo interagire il mondo emotivo dei due protagonisti che si raccontanoe narrano gli imprevedibili sviluppi della scarcerazione di Beggiato, resa possibile proprio dall’assenso di Contin. Qui si innesta il “noir” che fa prendere alla vicenda una piega inattesa e radicale, per cui dai monologhi i due passano all’azione. Da un lato un epilogo tragico, dall’altro una stupefacente assunzione di responsabilità non proprie che mette una definitiva pietra sulla vicenda. Temi non facili, ma cari a Gassmann, che nonostante la durezza coinvolgono e appassionano, anche grazie alla bravura degli interpreti, il pubblico veneziano. Applausi e chiamate. ©RIPRODUZIONE RISERVATA  

















 QUI la recensione da "L'AVVENIRE" DI OGGI 10 NOVEMBRE 2012

Vendetta e perdono, duello per Gassmann

DA VENEZIA
Allo Stabile di Venezia colpisce l’ottima regia dell’attore per «Oscura immensità», attuale dramma di Massimo Carlotto su un omicida e la sua vittima Bravi in scena Scarpati e Casadio

DOMENICO RIGOTTI

Fuori dai cardini di un teatro commerciale che sempre più sembra farla da padrone, ecco sulla scena (debutto al Goldoni di Venezia) un testo scottante. Che aggancia, colpisce e lascia un segno. Sempre più rivolto a un teatro impegnato, è Alessandro Gassmann che lo porta alla ribalta con due bravi interpreti, Giulio Scarpati e Claudio Casadio. Il titolo, ben meditato, Oscura immensità, è il medesimo del romanzo da cui nasce e che l’autore, Massimo Carlotto, ha abilmente ridotto per la scena. Aggancia e contunde per l’ar­F gomento trattato o, meglio, per le tematiche che si intrecciano. Tematiche forti: quelle che da sempre occupano la più seria letteratura e così il teatro. Il bene che lotta con il male, la vendetta e il perdono. L’esigenza di giustizia e il bisogno d’amore. La

pietas che è sostanza del cristianesimo, che verso ogni nostro simile dovremmo usare anche quando affonda nel male.

Il dramma, che si può anche vedere come un viaggio all’interno del dolore umano, nasce da uno sguardo attento e lucido verso certa fosca e tragica realtà del nostro tempo. A suggerire, un fatto realmente accaduto in quel Nord Est malato di violenza che il padovano Massimo Carlotto conosce assai bene, avendone pagato e duramente anche le conseguenze. Una giovane madre e il suo bambino vengono assassinati da due rapinatori. Uno scappa, l’altro viene condannato all’ergastolo. Si chiama costui Raffaello Reggiato (straordinaria, di stampo genetiano, l’interpretazione di Claudio Casadio). Quindici anni dopo la condanna Beggiato si scopre malato di cancro e vorrebbe che gli si concedesse la grazia per morire fuori dal carcere, in Brasile. Vorrebbe che per lui intercedesse proprio chi è rimasto più offeso da quell’atroce de-litto, colui al quale sono stati sottratti figlio e moglie, Silvano Contin (Giulio Scarpati, che nel ruolo entra con bella intelligenza). Ma l’uomo rifiuta covando sempre sentimenti di vendetta soprattutto verso l’assassino fuggiasco che ricerca e per il quale a sua volta userà la legge del dente per dente. È scontro frontale fra Contin e Beggiato, due uomini l

acerati da drammi personali.

Echi di tragedia greca e bagliori di rimbaudiana saison à l’enfer vivono nella cruda piéce di Carlotto, il quale scava nell’intimo dei due protagonisti senza indulgenze sentimentali. E ciò lo fa ricorrendo al mezzo efficacissimo del monologo. Un susseguirsi di monologhi drammaturgicamente ben equilibrati e dove il linguaggio (forte ma non volgare) risulta sempre incisivo ed essenziale. Da parte sua, Alessandro Gassmann (galloni ormai acquisiti di regista di gran classe) individua la chiave giusta di lettura per una materia così scottante e dà vita a uno spettacolo dove la tensione mai si spezza o si rallenta. Anche, creando con molta raffinatezza quel climax di noir che la vicenda esige. Preziose per ottenerlo tanto la scenografia di Gianluca Amodio, le luci di Pasquale Mari e le musiche di Marco Schiavoni.

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LA RASSEGNA STAMPA SARA' 'RACCOLTA' VIA VIA NELLA 'SLIDE SHOW'  a destra di questo blog, SOTTO  le date dello spettacolo 

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