mercoledì 8 dicembre 2010

Intervista da' La Nuova Sardegna' a Giulio Scarpati




1 commento:

elena ha detto...

Prendo spunto da questa recente intervista di Giulio Scarpati sullo stato della cultura, per esprimere le "sensazioni" provate essendo stata una di quelle persone che sono rimaste "attaccate" alla tv a vedere "Filumena Marturano".
Io appartengo alla generazione della tv in bianco e nero; della tv "educativa"; della tv degli show del sabato sera; della tv dei "romanzi sceneggiati"....e della tv del "teatro in televisione" (il giovedì sera mi sembra...). E' da QUELLA tv che ho imparato, ragazzina, ad amare il teatro: si faceva in presa diretta e, se si "sgarrava", non c'era possibilità di rimediare se non con la grandissima professionalità degli interpreti; si sentiva, ogni tanto, perfino il "suggeritore"...E il teatro era "tutto", in italiano e dialettale: napoletano, genovese, veneto, romano...
Ecco, vedere "Filumena Marturano" mi ha portato "indietro nel tempo"... C'è stato chi ha "notato" che si poteva farla in napoletano...Sì forse è vero..ma c'era comunque lo "spirito" del grande Eduardo che aleggiava tra la grandissima Melato e quel "mostro"-in senso buono, naturalmente! - di professionalità che è Massimo Ranieri... Così come i comprimari: tutti "importanti" per la "riuscita" dello "spettacolo". Anche la musica: lo stesso maestro Morricone si era detto lui stesso "scettico" sulla opportunità di questa scelta, perchè avrebbe potuto "distrarre" lo spettatore. Invece ha "accompagnato" Filumena e "Dummì" - uso l'appellattivo che ebbe Mastroianni nella trasposizione cinematografica indimenticabile - nei momenti più importanti. Non so quanto sia durata...2, 3 ore? Onestamente non me ne sono accorta..Così come non mi accorgo di quanto tempo passa se sono seduta in una poltrona di un teatro... Non sono un "critico" per cui dico solo che sì il teatro in televisione si può e anzi sì DEVE fare! Il pubblico non ha "paura" del teatro: diamoglielo! Ma diamogli il VERO teatro, quello dei nostri: Eduardo, Pirandello, Verga, Goldoni, Giacinto Gallina, Gilberto Govi.. ma anche quello dei grandi del resto della letteratura mondiale: Pinter, Osborne, Feydeau, Shakespeare, Tolstoj, Mann, Dostoiewskj e tutti gli altri che 40 anni fa la nostra tv non aveva paura di programmare. Mettiamo grandi professionisti- e ce ne sono nel nostro teatro, "mostri sacri" ma anche tanti giovani di grandissimo talento - sul "palcoscenico" del nostro salotto... Sono fermamente convinta che i teatri, quelli per i quali "non ci sono soldi", quelli che sono considerati una sorta di "nicchia" della cultura, si riempiranno di nuovi spettatori che avranno scoperto qualcosa di stupendo attraverso una televisione che non ha più paura....