domenica 22 aprile 2007

E FORSE…RIUSCIREMO A VEDERLO, QUESTO FILM….!!






Da sito Cinecittà:10:42 - Ripley’s: uscite di maggio





Quattro nuove uscite a maggio che, come consuetudine nelle scelte editoriali di Ripley's Home Video, affiancano il recupero di pellicole storiche a produzioni recenti, quasi a formare uno spaccato della storia passata e recente del nostro cinema.Da Tempo massimo di Mario Mattioli del '34 con un giovanissimo Vittorio De Sica, a l'ultimo film del 1953 firmato dalla coppia Steno-Monicelli, Le infedeli, ispirato a reali fatti di cronaca, con Anna Maria Ferrero, Gina Lollobrigida e Irene Papas. Per arrivare al 2004 con A luci spente di Maurizio Ponzi, nella Roma dei tragici giorni dell'occupazione nazista, con la coppia Teresa De Sio, Giulio Scarpati.Quarta e ultima release del mese è la coproduzione Italia-Francia del 1954: French Cancan. Film di Jean Renoir interpretato da Jean Gabin e ambientato nella Parigi "fin de siecle" di Degas e Tolouse Lautrec ma, soprattutto, dei primi anni del Moulin Rouge.
[di Fe. I.]

NOTA BENE!!!PRONTO DAL 2004!!!.......USCITO NELLE SALE(DI DOVE,POI????!!!!)…IL 5 AGOSTO 2005!!!!!..........PIENA ESTATE…MARE..SOLE….VACANZE!...BAH! POVERI ATTORI!!
COMUNQUE, SIAMO FIDUCIOSI.ANCHE QUI, MAI DIRE MAI…!








Uscita IN DVD: 22-05-2007
E questo e’ un articolo di quando il film si stava girando (4 anni fa!....)

MAURIZIO PONZI, GIULIANA DE SIO, GIULIO SCARPATI
Stradanove sul set del film
'A Luci spente'

BENTORNATI AL CINEMA GIULIANA DE SIO, MAURIZIO PONZI E GIULIO SCARPATI!
Era da diversi anni che il regista Ponzi (impegnato nella fiction televisiva "Il bello delle donne"), l’attore Giulio Scarpati (anche lui ingaggiato dal piccolo schermo) e Giuliana De Sio (l’ultima sua apparizione al cinema risale al 2000 protagonista, al fianco di un bravissimo Giancarlo Giannini, nel film "Ti voglio bene Eugenio") non si vedevano sul grande schermo. Adesso tutti e tre insieme sono impegnati sul set del film "A Luci spente", felici e visibilmente entusiasti di essere ritornati a "giocare" con quel meraviglioso ed insostituibile giocattolo chiamato "Cinema"!
Il film è ambientato nel 1943 e racconta la storia delle riprese di "Redenzione", pellicola prodotta, con il sostegno del Vaticano, da Ettore Benedetti (Toni Bertorelli) che offre la parte del protagonista, una nobildonna che si spoglia dei suoi averi per soccorrere infermi e bisognosi, alla famosa attrice Elena Monti (Giuliana De Sio). Pur non convinta di essere nella parte, la Monti accetta quando apprende che a dirigere sarà il bravissimo Giovanni Forti (Giulio Scarpati), regista antifascista che con questo lavoro evita di andare a Venezia, dove si è trasferito tutto il cinema italiano al seguito della Repubblica di Salò. Nel film naturalmente si intrecciano e si narrano le vicende dei componenti del cast e della troupe, di chi è legato al fascismo e soprattutto di chi non lo è. Come la storia di Primo Ratelli (Andrea Di Stefano), protagonista maschile della pellicola, fascista della prima ora, che, per motivi politici, mal vede i giovani che vengono assunti come comparse per sfuggire alle retate naziste e che con le loro facce "vere" attraggono l’attenzione del regista, danneggiandolo professionalmente. Come quella del fotografo Silvio (Damiano Andriano) che capitato per caso sul set grazie alle sue foto "realistiche" mostra come ci possa essere un modo nuovo e diverso di fare cinema. O come la storia di Andrea Gautieri (Filippo Nigro), coraggioso partigiano, che riuscirà a farsi assumere per un piccolo ruolo, sfuggendo così ai tedeschi, a far innamorare la diva del film ed a mettere in salvo un importante politico perseguitato dal regime e nascosto nel convento dove si svolgono le riprese. Alle storie personali dei protagonisti si intrecciano gli avvenimenti storici e con essi la presa di coscienza dei personaggi di fronte ai grandi drammi di quei tempi. Incontrati il regista e cast d’attori sul set che in questi giorni si è spostato nel bellissimo chiostro della Chiesa di Santa Sabina a Roma veniamo immediatamente immersi nel clima del cinema dei "telefoni bianchi" così sognando ad occhi aperti e respirando la magia immutata ed unica del cinema: far rivivere e vibrare il Tempo perduto e passato per meglio vivere il nostro presente.
Un ritorno al cinema a metà tra le reali vicende delle riprese del film La Porta del cielo di De Sica e l’Effetto notte di Truffaut?
MAURIZIO PONZI: "A luci spente" non è solo il racconto della lavorazione di un film, ma l’ambizione è quella di provare a raccontare un modo diverso di fare resistenza. E’ vero che le vicende che racconto ricordano le vicissitudini del set del film di De Sica, pellicola mai terminata e quasi invisibile ma che salvò la vita a numerosi ebrei scritturati per l’occasione come comparse, ma le similitudini si fermano qua. E’ solo uno spunto narrativo... ho preso ispirazione da La porta del cielo, ma non volevo raccontare la storia specifica di quella lavorazione. E di certo non ho progettato un Effetto notte all’italiana piuttosto un film sul modo di fare resistenza dei cineasti antifascisti e su come nasce lo sguardo neorealista dentro un singolo regista.
Ma cosa l’ha colpita del film di De Sica?
MAURIZIO PONZI:Quando ho visto La Porta del cielo mi ha impressionato come il regista fosse molto incuriosito dai volti delle comparse e su di essi puntava sempre più frequentemente la sua macchina da presa... una comparsa più volte inquadrata dalla macchina da presa sarebbe diventata qualche anno dopo la madre di Sgordoni, uno dei bambini di Sciuscià. Forse a De Sica venne in mente quel film proprio durante la lavorazione de La porta del cielo. Allo stesso modo durante la lavorazione di Redenzione, Giovanni Forti, ovvero Scarpati, cambierà il proprio modo di vedere la realtà e sposterà sempre di più l’attenzione dai protagonisti alle comparse del film, i malati.
A cosa allude il titolo del film "A luci spente?
MAURIZIO PONZI: Quando si vede un film bisogna spegnere le luci... ma fa anche riferimento al coprifuoco che regolava la vita della gente in quel periodo storico... e, più in generale, la luce è molto importante in questo film giocando un vero ruolo da coprotagonista.
E’ stato difficile calarsi nei panni di una diva dei telefoni bianchi?
GIULIANA DE SIO :Mi sono dovuta confrontare con lo stile recitativo di attrici dell’epoca che avevano una recitazione asciutta, totalmente priva d’ironia e leggerezza: un conformismo interpretativo distante dalla recitazione odierna. Una bella sfida e sicuramente molto stimolante.
Si è ispirato a qualche regista particolare per interpretare il personaggio del regista Forti?
GIULIO SCARPATI :Ho visto molti film dell’epoca ... il mio cult è "Quattro passi tra le nuvole" di Blasetti... ma il mio regista non è riconducibile a nessuno personaggio dell’epoca in particolare anche se Maurizio mi ripeteva che aveva pensato, scrivendo questo ruolo, a registi come Renato Castellani o Poggioli. E così nasce giorno dopo giorno sul set la figura di questo regista solitario, omosessuale e che lentamente scoprirà un nuovo modo di fare cinema... più consapevole e più "realistico"
Userà immagini di repertorio nel suo film?
MAURIZIO PONZI :Soltanto nei titoli di coda: sono le scene che vedono l’ingresso degli americani a Roma...ed è un modo per rendere un piccolo omaggio ai direttori della fotografia dell’epoca che si spartirono diverse zone della città per le riprese dello storico ingresso!
Calogero Messina 07-07-2003

1 commento:

elsa ha detto...

E speriamo... e' da, praticamente, "3 anni 3" che aspettiamo... Nemmeno a notte fonda in qualche stranissimo canale ce l'hanno mai fatto vedere... NON E' AMMISSIBILE CHE UN LAVORO FATTO DA SERI PROFESSIONISTI - PONZI, SCARPATI, DE SIO - VENGA FATTO USCIRE IN PIENA ESTATE IN "QUALCHE" (QUALE POI...?)CINEMA E POI MESSO NEL DIMENTICATOIO... O ... "IN ARCHIVIO"... DOVE, ATTUALMENTE, CE NE STA UN ALTRO DA ... "SOLI" "2 ANNI 2"....
Complimenti per il blog! ci voleva! Mi auguro di essere presente e "contribuire" per quanto possibile!